Tabacci lancia le candidature di Flick e San Mauro
Tutela dei diritti per i più deboli, Europa come faro, riforme economiche in grado di sostenere la crescita, lotta alla criminalità organizzata. Sono queste alcune delle priorità programmatiche delineate oggi pomeriggio, al residence Ripetta a Roma, nel corso della presentazione dei candidati della lista di Centro democratico, alla presenza del fondatore del movimento Bruno Tabacci, del professore Giovanni Maria Flick, capolista al Senato, del professor Cesare San Mauro, numero due della lista, e di numerosi altri candidati.
«Il carcere oggi è una discarica sociale, la cui popolazione è composta per il 30% da tossicodipendenti e un altro 30% da extracomunitari. Tutto fa tranne che favorire il recupero, il reinserimento e la riabilitazione», ha spiegato il professor Flick, ex ministro della Giustizia nel primo governo Prodi ed ex presidente della Corte Costituzionale, nel corso dell’affollata assemblea moderata da Giorgio Velardi, redattore del settimanale Il Punto. Secondo Flick, al carcere si deve ricorrere “solo nei casi di gravi reati o per trattenere individui pericolosi. Il sovraffollamento delle carceri e la lentezza dei processi sono le due facce di una giustizia negata”, ha aggiunto, spiegando di “voler tornare ad occuparmi della giustizia su una base di una prospettiva di concretezza”. Quanto alle riforme istituzionali, Flick ha osservato: “La Costituzione non è imbalsamata e può essere modificata, in special modo la seconda parte, negli articoli che regolano il rapporto tra istituzioni centrali e periferiche dello Stato. Ma va rivista rispettandone i valori”. Nel corso del suo intervento, Bruno Tabacci ha criticato Silvio Berlusconi: “Dice che sta crescendo, che sta recuperando consensi nei sondaggi. Io non ci credo e sono sicuro che il centrosinistra vincerà e avrà una maggioranza solida per governare”. “Noi di Centro democratico saremo il punto di equilibrio nella coalizione di centrosinistra - ha aggiunto Tabacci - e chi dubita dell’affidabilità di Vendola rispondo che ha fatto per 8 anni il presidente di una grande regione come la Puglia ed è abituato a fare i conti con la responsabilità del governo e con la ricerca della soluzione dei problemi concreti”.
Il professore Cesare San Mauro ha approfondito i temi del miglioramento della spesa pubblica, in particolare della sua qualificazione, partendo da una riforma più volte invocata ma di fatto mai affrontata con incisività: quella delle Province. “Un ente territoriale intermedio - ha spiegato - che può essere benissimo trasformato in una conferenza dei servizi dei Comuni, organizzata sul piano amministrativo, non più un luogo elettivo con le giunte, i consiglieri, le auto blu, il presidente, etc. Tutte cose che non servono. Per non parlare delle società partecipate: secondo il rapporto Unioncamere del 2011 - ha osservato San Mauro, che è anche professore universitario di Diritto dell’economia - le aziende controllate sono 5220, naturalmente con annessi presidenti, consiglieri di amministrazione, macchina di servizio. E’ una cosa non ragionevole, intollerabile per un paese moderno. Non servono a nulla”. Quanto ai temi economici più generali, San Mauro ha osservato come “il Paese viva un momento di difficoltà strutturale e culturale. Debito pubblico elevatissimo, e la denatalità è attutita solo dall’immigrazione”. In più, “rigore senza crescita è una politica suicida. E’ inaccettabile vivere in Paese in cui 3 regioni sono compromesse da mafia, camorra, ’ndrangheta. Sono un freno a investimenti, sviluppo, cultura e turismo”. Ma non manca un segnale di speranza: “L’Italia ce la può fare. Bisogna rimboccarsi le maniche tutti insieme. E, innanzitutto, serve una classe dirigente onesta e competente”.