Agenzie di rating? Spa in conflitto d’interessi, servono controlli

«Quello delle agenzie di rating è un vero e proprio paradosso: si tratta di Spa private, tra i cui azionisti figurano i grandi fondi di investimento, chiamate ad esprimere giudizi sul debito di Stati sovrani in pieno conflitto d’interessi. Un conflitto che si manifesta proprio nell’interesse, anche solo ipotetico, a far salire o scendere determinati titoli rispetto ad altri». Così Cesare San Mauro, dirigente di Centro democratico e docente di Diritto dell’Economia all’Università Sapienza di Roma, commenta la decisione di Standard and Poor’s di declassare a tripla B il debito italiano. 
«Queste agenzie – ha osservato – non svolgono alcuna funzione di pubblico interesse, operando per di più senza essere soggette ad alcuna forma di controllo. Siamo in presenza di soggetti di diritto privato sovrani sul debito pubblico delle Nazioni: una situazione che grida vendetta. Anche alla luce di memorabili cantonate come quella sulla Lehman Brothers, cui le agenzie di rating attribuirono una tripla A a pochi giorni dal crac che coincise con l’inizio della crisi».
«Per questo - ha concluso San Mauro - credo che i tempi siano maturi affinché la Banca centrale europea sia faccia promotrice di una proposta volta ad introdurre forme di controllo sull’attività delle agenzie di rating, se non per prevenire abusi, almeno per evitare errori».
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